Progetto Barilla di Agricoltura Sociale: inserimenti lavorativi innovativi per persone con fragilità
Con il lavoro si recupera, si acquisisce consapevolezza e dignità. A confermarlo è l’esperienza dei cinque operatori della cooperativa Cigno Verde, che da un anno sono impegnati presso l’Azienda Agricola Sperimentale del Podere Stuard con il Progetto Barilla di agricoltura sociale. Persone con storie e fragilità diverse, ma con la stessa voglia di riscattarsi attraverso il lavoro.
Con la disponibilità di affiancamento costante dei nostri educatori e la supervisione tecnica degli agronomi del Podere Stuard, la svolta per i ragazzi è avvenuta l’anno scorso grazie all’impegno economico del Gruppo Barilla, che ha sottoscritto una convenzione articolo 22 con la Cooperativa Cigno Verde, e grazie all’iniziativa e alla mediazione dell’Agenzia regionale per il lavoro.
La multinazionale ha infatti aderito ad una delle opportunità offerte dalla Legge 68 per rispettare l’obbligo di assunzione, da parte delle imprese, di persone in condizioni di fragilità.
È stato un anno intenso, che si è concluso con un’ottima notizia: il Gruppo Barilla ha rinnovato il progetto per altri due anni. I ragazzi non aspettavano altro.
Il ruolo della Cooperativa
Agli educatori della cooperativa spetta il compito di monitorare il percorso dei ragazzi, con attività di tutoraggio e di osservazione.
“Con il Progetto Barilla si è fatto un salto di qualità” – spiega Ferdinando Rastelli, direttore della Cigno Verde – “perché nell’oggetto della convenzione non c’è una semplice commessa che il Gruppo Barilla affida alla cooperativa, ma c’è anche un fine educativo e riabilitativo“.
“È un progetto di inserimento lavorativo innovativo – specifica – perché non si basa esclusivamente sul dare un’occupazione alle persone con fragilità, ma le segue in un percorso professionalizzante, che consente loro di acquisire maggiore autonomia e competenze. Quindi il risultato atteso è di tipo sociale”.
Il primo anno di lavoro “è stato costruttivo” – commenta Rastelli – “E lo diciamo in base al confronto costante con gli altri soggetti coinvolti: la Barilla, l’Agenzia regionale per il lavoro, e l’Azienda sperimentale Stuard. Per il prossimo anno gli obiettivi sono l’acquisizione di nuove competenze (con percorsi formativi specifici che ne consentano anche la certificazione) e di una maggiore autonomia dei ragazzi. Ci auguriamo che questa sperimentazione venga ripresa anche da altre imprese del territorio, soprattutto in questa epoca in cui è in aumento la sensibilità verso il tema della responsabilità sociale delle imprese”.
Le storie dei ragazzi
Ascoltando le storie dei ragazzi, abbiamo constatato la passione che ci mettono in quello che fanno, la voglia di imparare sempre di più al Podere Sperimentale Stuard, la riconoscenza verso il Gruppo Barilla, e la serenità di appartenere alla famiglia Cigno Verde.
La soddisfazione di M.
“Prima di questo lavoro non pensavo che mi potesse capitare la fortuna di svolgere un lavoro che mi piacesse veramente. Ero convinto di dovermi accontentare….”, racconta M. “Ora, invece, posso dirmi soddisfatto: lavoro all’aria aperta, con un gruppo affiatato, ed in più imparo cose interessantissime”.
Curiosità, coinvolgimento, e comprensione nelle sue giornate al Podere Stuard: “Mi sento coinvolto nelle varie attività. Gli agronomi ci hanno insegnato un sacco di cose, sia pratiche sia teoriche, e hanno sollecitato molto la nostra curiosità. Per il prossimo anno mi piacerebbe approfondire nuovi ambiti, magari l’apicoltura. Mi sono appassionato al mondo delle api guardando il direttore dello Stuard prendersi cura di loro”.
“A livello personale mi ha aiutato molto la continuità… sapere di poter lavorare per un anno intero. Sono contento di far parte di una cooperativa. Qui, nonostante i nostri trascorsi tortuosi, abbiamo trovato molta comprensione e rispetto da parte degli educatori e dei colleghi. Mi piace esserci, mi piace sentire vicini i datori di lavoro. Ci sono persone che, invece, non accettano di essere aiutate dalle strutture sociali, perché si sentono sminuite. Personalmente mi sono nascosto per 20 anni, e adesso non ne ho più voglia. Da chi dovrei nascondermi? Sto lavorando, ho preso la patente, ho iniziato ad aprirmi con gli altri, a parlare di me stesso. Tutto grazie a questo lavoro”.
L’amore per la terra di C.
“È stata un’esperienza nuova e innovativa. Mi ronzava sempre in testa l’idea di lavorare nei campi. La terra è bella, lavori all’aperto, con il sole, con la pioggia. Però è anche bassa, quindi devi piegarti e faticare. Allo stesso tempo regala tanta soddisfazione. Soddisfazione quando semini, quando attendi i risultati, quando finalmente vedi germogliare il tuo lavoro”, dice C.
“Quest’anno ho imparato tanto. Ora conosco tante varietà di peperoncino, di verdure, di ortaggi di cui prima non sapevo neanche l’esistenza. Con il gruppo di lavoro mi sono trovato bene, siamo cresciuti, infatti al Podere ci stanno affidando lavori di maggiore responsabilità”.
“L’ambiente è tranquillo, gli agronomi non ci stanno col fiato sul collo, sono disponibili e pronti a spiegarci nuove mansioni. Grazie al lavoro mi sento realizzato, fortunato, e speranzoso in un secondo tempo”.
L’ingegno di G.
G. più che la vita dei campi, preferisce quella con gli animali. Infatti attualmente si sta prendendo cura dei pulcini e delle galline del Podere Stuard. “Mi sto occupando della costruzione del pollaio. Mi piace tanto avvitare, svitare, montare. Mi appaga molto stare con gli animali e mi gratifica la fiducia che mi è stata data. Infatti per la realizzazione del pollaio ho avuto carta bianca, devo ingegnarmi da solo, trovare le soluzioni più efficaci, e questo mi piace”.
“Il lavoro di gruppo mi ha aiutato a rafforzare e risvegliare il mio lato comprensivo, sono diventato ancora più tollerante verso le esigenze degli altri, accettando che ci sono persone con bisogni diversi dai miei”.
“Ringrazio il Gruppo Barilla per aver sostenuto il progetto di agricoltura sociale, perché questa esperienza mi ha reso più forte, più competente nel lavoro, più uomo”.
Il bilancio positivo di S.
Laureato in Scienze Naturali all’Università di Parma, S. si dice soddisfatto di poter svolgere un lavoro appagante e così vicino ai suoi interessi. “Quest’anno ho imparato tanto, e per il prossimo spero di approfondire altri aspetti, come il ciclo colturale delle piante, le semine dei vari ortaggi e piante. Ho comprato anche un libro sull’orticoltura, per unire la pratica con la teoria”.
“Anche con i miei colleghi mi sono trovato molto bene, abbiamo fatto squadra, e ad oggi posso considerarli amici. Ci sentiamo, chiacchieriamo, scherziamo, si è creato un bel rapporto”.
“È stato un anno di lavoro positivo, tonificante, e rigenerante. Ho acquisito più autostima, mi sento più autonomo e soddisfatto. Vedere che riesco ad alzarmi al mattino, andare regolarmente a lavoro, gestire tutti gli impegni, ottenere buoni risultati, sono già tutti obiettivi raggiunti”.
La ritrovata tranquillità di M.
“Questo primo anno di lavoro mi ha fatto molto bene. I dipendenti dello Stuard e i nostri colleghi educatori sono molto comprensivi, ci aiutano e rispettano i nostri ritmi”, racconta M.
“Ho voglia di imparare aspetti più tecnici, piccoli accorgimenti, per diventare un vero professionista del settore”.
“A livello umano questo lavoro mi ha dato tanto, non prendo più medicine e sono più tranquillo con me stesso e con gli altri. Sto bene e non ho più l’ansia. Finalmente sto per prendere anche la patente, che a causa dell’emergenza Covid-19 è stata però rinviata di qualche mese”.
“Se non avessi avuto questo lavoro, non avrei mai messo da parte un po’ di soldi. Sarei stato sempre a casa, magari sarei uscito sporadicamente nei weekend. Lavorare per me è importante, e lo dimostra il fatto che non ho mai preso un giorno di ferie”.