Esserci e ripensare a nuove proposte, è quello che stiamo facendo insieme a tantissime altre cooperative, per rispondere in modo efficace ai nuovi e vecchi bisogni sociali.
Il Consorzio Solidarietà Sociale di Parma ha indicato con chiarezza quali sono le difficoltà che il mondo della cooperazione sociale sta vivendo a causa dell’emergenza sanitaria, quali i rischi che potrebbero compromettere l’intero sistema del Welfare, e quali le possibili soluzioni.
Il comunicato è stato pubblicato sulla Gazzetta di Parma del 21 aprile 2020. Questo il contenuto:
Virus: per vecchi e nuovi bisogni fondamentale la cooperazione sociale
La cooperazione sociale è in grave difficoltà e i contraccolpi economici, potrebbero essere devastanti per la collettività. Tra appalti sospesi, servizi interrotti o ridimensionati, la condizione delle imprese che rappresentano un anello importante nella filiera dell’assistenza socio-sanitaria ed educativa, rischia il collasso.
Per questo, in sintonia con le centrali cooperative, rivendichiamo l’applicazione dell’art. 48 del Decreto Cura Italia (DPCM n. 18 del 17.03.20209: che consente alle amministrazioni pubbliche di riconoscere alle cooperative sociali l’intero pagamento dei servizi per il periodo della loro sospensione.
Questo consentirebbe di prevenire una crisi del settore che rischia di pregiudicare la continuità di servizi essenziali. La Cooperazione Sociale, negli anni della crisi economica globale ha contribuito alla tenuta occupazionale e sociale del nostro Paese, e oggi rischia di non sopravvivere ad una nuova recessione, con ricadute pesantemente negative sull’intero sistema del welfare.
Chiediamo un confronto alle Amministrazioni Pubbliche, per trovare insieme soluzioni adeguate alle nostre difficoltà come a quelle dell’utenza, attraverso la capacità di stare in ascolto delle dinamiche sociali e dei bisogni emergenti che ne conseguono, e in raccordo con tutto il terzo settore.
Ripartiamo dai bisogni, da quelli esistenti e ben conosciuti a quelli nuovi che saranno generati da questa crisi, con l’obiettivo di ridare al welfare, nelle sue varie articolazioni, una nuova centralità nel paese, come l’attenzione prioritaria alla difesa dei beni comuni, della salute e dell’ ambiente.
Esprimiamo la nostra disponibilità a rimodulare filiere complesse, in sinergia tra cooperative, valorizzando la flessibilità e la creatività ampiamente dimostrata in questa emergenza.
Partiamo dai bisogni dell’utenza, dalle persone in condizioni di fragilità e dalle loro famiglie. Partiamo dalle risorse umane in campo, che sono innanzitutto gli operatori impegnati in prima fila sui servizi e le figure di sistema: sono il nostro migliore investimento. Partiamo dalle esigenze di bilancio delle nostre imprese, la cui tenuta è condizione essenziale di sopravvivenza e delle pubbliche amministrazioni cui ripresa è garanzia di salvaguardia del nostro modello di Welfare.
In una logica di co-progettazione, anch’essa prevista e auspicata dall’art. 48 del Decreto Cura Italia, proponiamo di lavorare ad un sistema che, con la dovuta attenzione ed impegno, potrà uscirne migliore, maggiormente articolato, flessibile. La sfida è prevedere, accanto alle forme “tradizionali” del servizio, nuove modalità di intervento domiciliare o a distanza, che la crisi ha ampiamente evidenziato e valorizzato, a partire dalla comunicazione digitale e dai servizi più vicini alle famiglie. Interessante, l’esperienza del Comune di Milano che con sola determina dirigenziale ha approvato le proposte di co-progettazione per la rimodulazione dei servizi alle persone con disabilità proposte dagli enti gestori.
I tempi lunghi e ancora non quantificabili per il ritorno alla normalità non consentono di procrastinare ulteriormente la ripresa dei possibili interventi di supporto alle maggiori fragilità, se non accettando consapevolmente di mettere a rischio la stessa coesione sociale dei nostri territori.
Si pensi all’uso delle piattaforme informatiche nella scuola e alle risorse di studenti, famiglie e docenti che hanno messo in gioco, consentendo a psicologi ed educatori di accogliere timori e paure.
Pensiamo, a proposito di cambiamenti positivi quali opportunità pedagogiche e di inclusione offrirebbe l’ipotizzata riduzione del numero di studenti nelle classi per favorire il distanziamento preventivo.
Pensiamo a quanto sta avvenendo nelle case di riposo, nelle RSA e in grandi centri residenziali per riaffermare che la scelta della domiciliarità comunitaria si rileva vincente poichè basata su dinamiche di tipo familiare, per piccoli gruppi e con spazi casa che consentono di svolgere mansioni adatte alle autonomie personali, mantenendo significative relazioni di vicinato, di condominio e di quartiere.
Da ultimo vogliamo sottolineare come la cooperazione sociale si stia attivando, in modo volontaristico e gratuito per sostenere una comunità che ha necessità di sostegni nuovi e contingenti. Nell’ambito del progetto di rete parma WelFARE unitamente agli altri partner, la struttura consortile e le cooperative stanno sostenendo gli ospedali di Vaio e di Parma in questa emergenza straordinaria: per il trasporto di personale sanitario sottoposto a turni faticosi, nella ricerca di strutture ricettive temporanee, nella riconsegna degli effetti personali ai famigliari di persone decedute per COVID 19, negli aspetti di gestione logistica/trasporti richiesti da queste attività. Le coop.ve a vario titolo impegnate sono moltissime: Di Mano in Mano, Fiorente, Gruppo Scuola, Il Giardino, Il Ponte, Insieme, La Bula, Le Mani Parlanti, Lunaria, Molinetto, Cigno Verde, Si può fare, Sirio e Il Cortile.
Un impegno ulteriore è quello della coop.va Le Mani Parlanti che sta supportando ASP Ad Personam nel sostegno di famiglie e personale assistenziale che opera in situazioni residenziali sottoposte a particolare stress per le numerose situazioni di contagi e di decessi.
Consorzio Solidarietà Sociale di Parma