Resilienti 2020: il racconto e la memoria dei parmigiani protagonisti dell’emergenza covid19. Tra le testimonianze anche quella del nostro operatore ecologico Alessandro D’Agostino
Dare un volto e una voce ai parmigiani protagonisti dell’emergenza covid-19 durante il primo lockdown di marzo, è lo scopo del progetto fotografico “Resilienti 2020” ideato da Marco Gualazzini e Gianluca Signaroldi, con il patrocinio del comune di Parma.
Tra le varie testimonianze raccolte dalla giornalista Mariachiara Illica Magrini, c’è anche quella del nostro operatore ecologico Alessandro D’Agostino, che in quei giorni non si è mai fermato: “Un segnale di coraggio, forse, ma specialmente uno stimolo a guardare le cose con speranza” – racconta – “quella stessa con cui sono andato avanti in quei giorni, insieme agli altri operatori ecologici; e insieme a tutti quelli che, sui rispettivi fronti, hanno lavorato per gli altri”.
A partire dal 9 novembre, 20 ritratti di grandi dimensioni (6×3 – 200×140) verranno affissi su oltre 90 impianti pubblicitari disseminati nelle strade della nostra città.
IL RACCONTO DI ALESSANDRO D’AGOSTINO
C’era il silenzio delle strade deserte, e quell’aria pesante: carica di tensione. Del periodo di lockdown conservo una sensazione non ancora svanita che sto cercando di comprendere, o forse di metabolizzare, ora che la nostra vita si sta modellando su questa interminabile pandemia. Mi porto dentro quel clima ansioso che era tangibile anche di notte, quando passavo tra le case, facendo il solito giro di raccolta rifiuti indifferenziati nel centro storico di Parma.
Di contro, mi resta la gentilezza degli utenti, e il senso di responsabilità che tutto questo ha fatto venire a galla – tra i miei colleghi e in molte altre persone. La spinta a fare il proprio dovere, e la propria piccola parte, ha prevalso in modo netto. Certo, c’era anche il fatto di continuare a portare a casa uno stipendio fisso, che non era un’opportunità concessa a tutti in quel momento. Ma credo che il senso del dovere abbia contato molto tra noi che facciamo questo mestiere di cui, lo ammetto, quando ho iniziato, un pochino mi vergognavo davanti ai miei due figli. Ricordo che per rendere meno umile la mansione agli occhi di mia figlia più piccola, oggi dodicenne, le dicevo che avevo il compito di pulire il mondo.
E così è stato: in quei mesi, insieme ai colleghi, ho contribuito a tenere pulita la città e gli spazi di tutti, che in tempo di pandemia non è una cosa trascurabile. Abbiamo davvero ritrovato il valore del nostro lavoro. E io mi sono sentito esempio per i miei figli: alzandomi ogni mattina per dare il mio contributo mentre tutto il resto attorno a noi era fermo. Un segnale di coraggio, forse, ma specialmente uno stimolo a guardare le cose con speranza: quella stessa con cui sono andato avanti in quei giorni, insieme agli altri operatori ecologici; e insieme a tutti quelli che, sui rispettivi fronti, hanno lavorato per gli altri.
Leggi anche le altre testimonianze, visitando il sito ufficiale del progetto.
Il lavoro in cooperativa durante la prima ondata della pandemia
Durante il primo lockdown abbiamo documentato le varie attività essenziali che abbiamo continuato a svolgere. Abbiamo raccontato del lavoro degli operatori ecologici, dei cambiamenti adottati, della gratitudine ricevuta dai cittadini, del loro messaggio di ottimismo affisso sui camion.
Abbiamo raccolto la testimonianza dei nostri educatori, che hanno continuato ad assistere gli utenti più fragili con incontri domiciliari e a distanza.
Con il Progetto Nativa abbiamo garantito la consegna a domicilio di beni alimentari, dando priorità agli anziani, agli immunodepressi, ai malati, e a chi era in quarantena. Inoltre nel listino con i prodotti che inviamo tramite email ogni settimana, abbiamo introdotto la possibilità di ordinare “La cassetta sospesa” da donare alla Caritas di Sorbolo, per dare un aiuto concreto a chi ne ha un urgente bisogno.
Abbiamo inoltre continuato ad erogare il servizio di logistica per la ristorazione collettiva, consegnando pasti presso le strutture residenziali per anziani, le strutture sanitarie e i servizi di assistenza domiciliare.
In pieno lockdown abbiamo iniziato a collaborare al progetto “La Spesa a Casa!” del Gas Fidenza, con lo scopo di far arrivare la spesa a casa in tutta sicurezza e nel rispetto delle regole e delle normative, senza scambio di denaro e senza contatto diretto.